Piero Taruffi

Piero Taruffi

Piero Taruffi nasce ad Albano Laziale, in provincia di Roma, nel 1906 e tutta la sua vita è un continuo alternarsi di gare e vittorie.

Conquista la prima medaglia d’oro all’età di tre anni in un concorso di bellezza per bambini (Senigallia 1910) e già negli anni dell’università si classifica al 1° posto nel Campionato Italiano ed al 4° posto nel Campionato di Francia partecipando, da dilettante, con la nazionale universitaria di sci.

Membro del Circolo canottieri Aniene (tessera n. 1073) nel 1928 prende parte all’equipaggio del celebre “otto con” che conquista il titolo di Campione d’Europa.

Ma è la passione per i motori, sbocciata fin dall’adolescenza, che lo accompagnerà per tutta la vita.

…entrato in possesso dell’agognata A.J.S. (la moto regalatagli dal padre per il diploma) cominciai immediatamente a familiarizzarmi con la macchina per aumentare l’ancora modesto bagaglio di esperienza e percorrevo chilometri e chilometri su strade polverose e piene di ghiaia, esercitando su quel banco infido e malsicuro il senso dell’equilibrio e dei riflessi… (Piero Taruffi, Bandiera a scacchi, Modena-Milano, Stabilimento poligrafico Artioli).

Sarà infatti con le due ruote che, dopo la vittoria della Roma-Viterbo nel 1923 al volante della Fiat 501 del padre, trionferà sui circuiti di Pescara, Livorno e nel G.P. di Tripoli gareggiando sulla Rondine 500. Realizzata su progetto dell’ing. Giannini, con la collaborazione attiva di Piero Taruffi che da poco aveva conseguito la laurea in ingegneria, la Rondine stabilì numerosi record nazionali (Milano-Brescia e Firenze-Mare) ed internazionali con la CNA (Compagnia Nazionale Aeronautica) e successivamente con la Gilera.

Piero Taruffi 1949

Nel 1930 Taruffi fece ritorno alle quattro ruote; vinse la corsa di regolarità veloce Tunisi-Tripoli con un’Alfa Romeo 1750 e arrivò secondo alla Teramo-Civitella con una Itala 2000.

Un evento determinante per la carriera automobilistica del pilota fu l’incontro con Enzo Ferrari che, dopo averlo particolarmente apprezzato nel G.P. motociclistico di Monza (1931) lo chiamò nella sua scuderia. In quella occasione Taruffi, correndo su una Norton, percorse il giro più veloce con una media di 170 Km/h. Con la scuderia Ferrari Taruffi partecipò al G.P. di Roma (1931), conquistando il 2° posto, al G.P. di Monza (1932) ed alla Mille Miglia (1933) piazzandosi al 3° posto.

Il rapporto professionale con Ferrari però si concluse, anche se non definitivamente, in occasione della gara motociclistica di Montenero. Taruffi, ignorando il contratto che lo legava alla scuderia torinese, decise di correre su una “Norton” e vinse classificandosi davanti ad Aldrighetti, pilota della scuderia del Cavallino Rampante.

Nel 1933 Taruffi accettò la proposta di collaborazione dei fratelli Maserati che gli affidarono un prototipo da collaudare in corsa. In quell’occasione, durante il G.P. d’Italia a Monza, utilizzò per primo le cinture di sicurezza, preparate per lui dalla madre e dalla sorella, ed il casco protettivo in ferro.
Il 6 maggio 1934, sul circuito di Tripoli, in occasione della celebre “corsa dei milioni”, Taruffi sostituì Nuvolari alla guida della potentissima “bimotore” Maserati V.5. Durante i primi giri Taruffi dominò la gara, ma alla curva di Tagiura uscì di strada e con un “volo” spettacolare venne espulso dall’auto.

…dopo l’incidente… quando lasciai la clinica avevo un polpaccio quasi completamente rivestito da una sottilissima plastica, costituita da 80 pezzi di pelle affettati dalle cosce; l’articolazione del braccio sinistro, rimasta ingessata ed in estensione per più di due mesi, non era più in grado di flettere. Non riuscivo a farmi il nodo alla cravatta ma potevo impugnare a braccio teso il volante di un’automobile e questo per me era sufficiente…

Piero Taruffi alla Carrera Mexicana 1953

Dopo pochi mesi infatti, ancora claudicante, riprese a correre e partecipò alla Vermicino-Rocca di Papa su di un’Alfa Romeo 2300 Sport offerta da Enzo Ferrari con cui il rapporto di amicizia non si era mai interrotto.

 

Dal 1934 al 1940 Taruffi gareggiò per diverse scuderie automobilistiche finché nel dopoguerra venne chiamato dalla Cisitalia in veste di pilota oltre che di consulente tecnico e dirigente sportivo.

 

…Il debutto della Cisitalia avvenne nel circuito del Valentino, a Torino, nel settembre del ’46 e naturalmente anche io partecipai a quella gara… in quella corsa per me sfortunata, Nuvolari mandò in visibilio la folla guidando per un paio di giri senza il volante… egli lo teneva impugnato con la destra e lo mostrava freneticamente al pubblico…

Piero Taruffi alla GP d'Europa Monza 1956

Con la scuderia Cisitalia Taruffi vinse il G.P. di Caracalla (1947) e primeggiò nella classe 1100 al Giro di Sicilia (1948) e, a fine stagione, arrivò al G.P. di Monza. Il 1948 è anche l’anno in cui Taruffi riuscì a realizzare un ambizioso progetto: il Bisiluro, un’automobile da primato ideata dallo stesso Taruffi e costruita in collaborazione con l’ing. Giannini.

Dal ’49 al ’52 Taruffi gareggiò ancora alternandosi tra le scuderie Ferrari, Maserati e Cisitalia per passare poi nel ’53 alla Lancia con la quale partecipò alla Carrera Panamericana piazzandosi al 2° posto. In quell’occasione, ricorda il pilota:

 

…per i Messicani, popolo generoso e facile all’entusiasmo, divenni addirittura un idolo. Mi soprannominarono lo “Zorro Plateado”, ovvero la Volpe d’argento e quando l’anno dopo tornai in Messico vidi nei taxi, tra i vari ricordi che i conducenti sogliono incollare sul cruscotto, la mia fotografia accanto a quella della Vergine di Guadalupe. Venne anche coniata una nuova parola “tarufear” ad indicare un guida veloce…

Piero Taruffi 1000 miglia 1957

Nel 1954 Taruffi ottenne ancora due importanti vittorie trionfando nel Giro di Sicilia e nella Targa Florio su Lancia Sport tipo D.24.

La stagione del 1957 chiude l’attività agonistica di Piero Taruffi che proprio in quell’anno però conquista la vittoria più ambita. Tornato definitivamente alla scuderia Ferrari vince la XXIV edizione della Mille Miglia.

Piero Taruffi continuò comunque a partecipare attivamente al mondo automobilistico rivestendo il ruolo di giudice di gara e dedicandosi al perfezionamento dei giovani piloti.

Non deve essere dimenticata inoltre la sua altrettanto importante attività di progettista: l’autodromo di Misano Adriatica, di Funabashy, di Izu Peninsula in Giappone e l’ampliamento del circuito di Vallelunga portano la firma di Taruffi. Anche per quanto riguarda il circuito di Suzuka dove oggi si corre il GP del Giappone di F1 ci sono alcuni documenti che fanno pensare ad un intervento di Taruffi in fase di progettazione.

Le numerose vittorie ed i continui successi di Piero Taruffi sono stati indubbiamente il risultato di una particolare perizia professionale. Accanto alle capacità tecniche, però, la determinazione, la volontà, il coraggio di confrontarsi e mettersi continuamente alla prova hanno svolto un ruolo determinante nel trasformare le aspirazioni dell’uomo Piero Taruffi in conquiste reali, consegnandolo per sempre alla storia.

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